Il governo ha recentemente congelato i fondi, circa Eur. 800 mln destinati alla ristrutturazione ed espansione della connettività a banda larga su territorio nazionale ed al superamento del digital divide ovvero la situazione in cui si trovano molte zone del paese escluse dal mondo digitale a causa della mancanza di connettività veloce ad Internet..
In molte zone poi manca anche la copertura della rete cellulare o non è tale da garantirne l’uso per Internet Mobile perchè anche a causa della logica NIMBY non ci sono ripetitori, lo stesso Wi-Max ha bisogno di derivare la sua connettività dalla rete fissa prima di inoltrarla via Wireless, insomma, per garantire la connettività a banda larga sul tutto il territorio italiano e potenziare la qualità di quella esistente non servono convegni o fuffa, serve prendere il piccone e cominciare a scavare perchè sono i cavi che bisogna portare prima di pensare a soluzioni esoteriche o poco trasparenti..
Il problema è che cè un monopolista di fatto che detiene sia la rete che gli impianti e gli altri gestori cono comunque obbligati ad usare la rete di Telecom Italia e le sue infrastrutture tecniche pagando le tariffe di interconnessione visto che non hanno nessuna possibilità di costruire la propria rete fisica se non non per brevi e circoscritti ambiti, Telecom Italia si guarda bene ovviamente dall’espandere la rete mettendo a disposizione della concorrenza un numero maggiore di linee e dovendole comunque gestire..
La rete italiana è piena di colli bottiglia perchè non è ben distribuita, la sorgente è il MIX – Milan Internet Exchange, il principale nodo di accesso e smistamento del traffico di rete in Italia, dovunque vi troviate la vostra connessione alla rete passerà per il MIX ed il MIX è una infrastruttura avanzatissima ma non è nè onnipotente nè infinito e sta solo a Milano mentre ce ne vorrebbero almeno altri cinque in Italia perchè Internet cominci a camminare..
I fondi che il governo ha bloccato servivano proprio per il piccone, per portare i cavi infrastrutturali da cui derivare poi la copertura capillare del territorio sia cablata che Wireless che avrebbe raggiunto la maggior parte della popolazione ora esclusa dai servizi digitali e che sembra destinata a convivere con il digital divide chissà ancora per quanto..
La rete è portatrice del libero scambio, della circolazione delle idee, della socialità e dell’informazione libera, la rete è difficile da imbrigliare o influenzare, la rete è viva ed abitata, la rete siamo noi..
Forse è per questo che se dal popolo della rete sono venuti tanti fastidi al governo al punto di ritardare un piano infrastrutturale importantissimo per l’uscita dalla crisi, la rete viene rallentata negandola mentre in Finlandia si stabilisce che la connessione a banda larga rientra tra i diritti fondamentali dei cittadini, in Italia dopo aver mal gestito una crisi di dimensioni relativamente piccole rispetto alla media UE ci si ritrova puntualmente con una mano davanti ed una di dietro mentre ce ne vorrebbe una terza per tamponare le fuoriuscite..
La nostra infrastruttura di rete è fatiscente, obsoleta e decisamente insufficiente per la richiesta attuale e figuriamoci per gli sviluppi futuri.. Visto che la rete mobile passa dalla rete fissa non è previsto nemmeno uno sviluppo di questa nè un suo potenziamento visto che in molte zone dove è presente il campo per i cellulari non ce n’è invece abbastanza per Internet Mobile..
In aggiunta a tutto questo ci sono le mille pastoie, i decreti Pisanu ed altri meschini impedimenti alle reti fai-da-te come le Wireless Mesh che innervano da sempre i centri rurali in USA e che consentono la distribuzione della formazione scolastica a distanza e l’interazione con la pubblica amministrazione mentre in Italia la politica sulle trasmissioni continua ad essere inutilmente restrittiva..
Credo che anche i sognatori 2.0 dovrebbero svegliarsi e prendere atto della realtà e poi sputarsi sulle mani ed impugnare saldamente il piccone per portare avanti la conoscenza di rete, il social e lo sharing colpo dopo colpo in tutta l’Italia consì potremo parlare disinvoltamente di concept e di spin off anche a Catanzaro come a Milano..
Forza..!
Che aspettate..?
Che ci pensi il governo..?
Noo..!
Loro (Lui..) hanno ben altro da fare ed altri modi per spendere i nostri soldi..
the newmediologo